Scout, un modo di essere mondiale

Un video degli scout francesi che con immagini semplici e un testo molto bello illustra che cosa è lo scoutismo per tutti gli scout del mondo.

Un foulard unisce 40 milioni di ragazzi in quasi tutti i paesi del mondo, facendo dello scoutismo il movimento giovanile mondiale più grande e importante

Scout una volta, scout per sempre

Nello scoutismo hai imparato il valore dell’impegno, della responsabilità, della solidarietà.

Nel lavoro continui a testimoniare questi valori con l’aiuto in mare a chi, in difficoltà, fugge da guerra e miseria.

                            Scout una volta,  Scout per sempre

Capranica
Campo invernale 5 gennaio 2017

La Comunità Capi
CNGEI Fiumicino

 

Questo il testo dell’encomio che in occasione del campo invernale è stato conferito a Daniele, capo cresciuto nel gruppo, imbarcato sulle motovedette della Capitaneria di Porto.

Daniele ha parlato ai ragazzi della sua esperienza in mare, nel soccorso ai barconi di migranti, delle mamme in cinta, con un bambino in braccio, che rischiano tutto quello che hanno perchè nel luogo da cui erano partite non avevano più alcuna speranza.

Siamo orgogliosi di Daniele e felici di aver offerto ai ragazzi l’opportunità di conoscere questa esperienza.

La testimonianza di Orchidea Riflessiva

Tanti anni fa transitai per brevissimo tempo nel Reparto Nautico di Casal Palocco, appena prima chiudesse, nell’Equipaggio dei Delfini.

Purtroppo sono rimasta solo pochi mesi, non ricordo bene quanto.

Prima fui FSE, da lì passai al CNGEI e poi, dopo la chiusura, all’AGESCI; ma non furono buoni anni per lo scoutismo in zona: chiuse anche quel Reparto, e così passai con gli ultimi altri per forza di cose a quello “principale” del Gruppo, che aveva base a Fiumicino. Quindi, posso capire molto bene i momenti “bui” passati dal Gruppo, ma sono molto contenta di sentire che ora è vivo e pieno di ragazzi e ragazze.

Insomma, io sono stata Scout “un po’ ovunque”, di terra e nautica, ma il pensiero di quel poco tempo con il CNGEI lo porto sempre con me, tant’è che ho sentito l’impulso di scrivervi.

E questo ricordo è sempre rimasto vivo come quello che si ha per qualcuno incontrato per poco tempo, ma che ha lasciato un segno importante, che non si cancellerà.

Spero allora di avere il piacere di incontrarvi, e respirare ancora in compagnia il profumo di una darsena, o del Mare. 🙂

Scout una volta, Scout per sempre.

Un saluto e Buona Rotta,

Alice / Orchidea Riflessiva

Ad Amatrice un incontro ‘ad alto livello’

‘Fammi salutare gli amici del CNGEI’

Con questa frase il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in visita al COC di Amatrice, è venuto verso di noi per stringerci la mano alla maniera scout.

Siamo stati fieri di aver rappresentato il CNGEI in quel momento, in rappresentanza dei i tanti capi che negli anni hanno prestato il loro servizio in occasione di eventi tragici, operando con la Protezione Civile a favore delle popolazioni colpite, e anche prima, dal Vajont ai terremoti del Friuli e dell’Irpinia, all’alluvione di Firenze, quando non esisteva ancora la Protezione Civile nazionale.

matteo-renzi-al-coc-di-amatrice

Perchè lo scautismo aiuta nel mondo del lavoro

forbes

Un recente articolo sulla rivista Forbes indica le ragioni del perchè chi ha fatto lo scout può avere maggiori opportunità nel mondo del lavoro.

Interessante per chi fa ho a fatto lo scout e cerca un inserimento nel mondo del lavoro e interessante per i genitori, per meglio comprendere il valore dell’investimento (di tempo, innanzitutto) che stanno facendo mandando i propri figli dagli scout.

Leggi l’articolo

Ricordiamo l’iniziativa portata avanti recentemente dal settore internazionale del CNGEI, in collaborazione con il Centro per l’Impiego di Roma, che ha pubblicato il manuale ‘Scautismo e mondo del lavoro per tradurre le competenze scout in competenze per il mondo del lavoro.

Lo Scautismo nel curriculum per il mondo del lavoro –

scautismo multiuso

Aver fatto lo scout, essere stato una Akela o un Capo Reparto, essere stato un Rover e aver fatto percorsi educativi o aver avuto incarichi nel CNGEI significa aver acquisito competenze specifiche, competenze che spesso sono ricercate dalle aziende che vogliono assumere nuovo personale e che devi inserire nel tuo curriculum.

Molto spesso noi scout siamo i primi a sottovalutare le competenze che abbiamo, ci sembrano cose naturali, siamo cresciuti in quelle competenze giorno per giorno, e quando compiliamo un curriculum per candidarci ad un posto di lavoro spesso non le indichiamo, al massimo mettiamo, negli hobby e tempo libero, ‘sono stato scout‘.

Il settore internazionale del CNGEI in collaborazione con un Centro per l’Impiego di Roma ha tradotto le competenze che acquisiamo negli scout in competenze leggibili ed interpretabili dalle aziende che cercano personale.

Nasce così ‘Scautismo Multiuso – Guida pratica alla valorizzazione delle competenze scout nel Curriculum Vitae’, uno strumento importante per i tanti giovani che durante o dopo l’esperienza scout, si muovono nel mondo del lavoro e a cui auguriamo di trovare un impiego dove possano utilizzare le tante competenze acquisite ‘giocando agli scout’.

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La mia prima volta negli scout

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“La mia prima volta”…negli scout.

Sono solita scrivere per lavoro recensioni di viaggio su luoghi e alberghi di gran lusso sparsi per il mondo ma mai come in questa occasione mi è gradito farlo e ho pensato di condividerlo con voi.

IMG_3321Spinta dalla curiosità e dai racconti di un amico ho partecipato per la prima volta in questi giorni ad un campo scout, nei pressi di Orvinio un antico borgo nel parco dei monti Lucretili in località La Pratarelle, una distesa di ginepri macchiati da odorose ginestre, dove i cavalli e le mucche pascolano liberi, un luogo di naturale bellezza.
Una piacevole esperienza che mi ha permesso di conoscere, in parte, lo spirito dello scautismo.
Le giornate si svolgono tra le varie attività con programmi e regole precise gestite da un’ottima organizzazione, in un’atmosfera gioiosa e accogliente, scandite dai pasti preparati da cuoche volontarie di straordinaria bravura.
Ho collaborato come volontaria di Croce Rossa, insieme a due miei colleghi, bravi e simpatici ad un corso di BLSD a cui hanno partecipato i maggiorenni del campo, sono rimasta gradevolmente colpita dal loro impegno e dalla loro bravura…non capita spesso!
Sono contenta di questa esperienza che mi ha trasmesso serenità e mi ha fatto conoscere tante belle persone.
Un rammarico, non aver avuto questa possibilità negli anni giovanili.
Un grazie, dal profondo, a tutti per la gradevole accoglienza e in particolare (consentitemi) a Fabio che mi ha dato questa opportunità.

Un abbraccio collettivo

Roma 31 luglio 2016

Anna Rita Tombari

Il servizio al campo di Lucia, una occasione di verifica

Dopo sedici anni sono tornata a cacciare nel branco, anche se in una veste nuova.

Ho capito tante cose in questi giorni: che non si smette mai di essere scout, lo sono ancora a casa, a scuola, in città e nel mondo anche senza uniforme, ho capito soprattutto che le mie figlie oggi sono migliori grazie ad un metodo educativo che mai come ora va controcorrente.

Un ricordo su tutti è l’emozione dell’ultimo fuoco, quando mi è stato detto che la mia piccola Gizal, davanti a trenta lupetti, ha sussurrato per la prima volta al mondo della sua malattia senza paura o vergogna.

Merito vostro, vecchi lupi, che la state aiutando a crescere insieme a noi

1 agosto 2016

Lucia Guglielmi

le cuoche al campo

Sono stato alle Termopili

Ho scritto questo breve racconto nel 2015, per la voglia di condividere, dopo tanti anni trascorsi, una avventura vissuta quando ero un giovane esploratore, al mio primo S. Giorgio.

Una avventura eccezionale per me che l’ho vissuta, una avventura che vivono da sempre milioni di scout in tutto il mondo perchè facente parte di quello che offre, come metodo, lo scautismo ai ragazzi che hanno la fortuna di  vivere l’esperienza scout.

Luca mi ha sollecitato a metterlo sul sito, e lo ringrazio per questa richiesta.

Il mio racconto è stato letto alla radio, alla trasmissione Pascal e letto da un professionista emoziona anche me che l’ho scritto. Per ascoltarlo puoi andare a questo link: Pascal puntata del 7 marzo 2016.

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Sono stato alle Termopili

 

Ebbene si, io c’ero.

Sono stato alle Termopili, nelle file dei greci ad impedire il passaggio dei Persiani quella notte.

Avevo 12 anni, era notte e avevo paura, ma eravamo in tanti giovani come me, i più grandi avevano 16 anni, mi ricordo che ero particolarmente ansioso, era la prima volta che ero in battaglia.

Non eravamo molti, credo un centinaio o poco più, ma alla mia età mi sembrava che fossimo un vero esercito, venivamo da alcune città della Grecia, la mia era quella della Croce del Sud e poi mi ricordo quelle del Sagittario e del Centauro, credo che ce ne fosse una quarta con noi in quel passo, ma non mi ricordo il nome.

I persiani arrivarono all’improvviso caricando, ma i nostri generali erano stati bravi strateghi e avevano elaborato un piano che si dimostrò efficace, la prima fila, formata dai più grandi e robusti reggeva l’urto della carica persiana, facendo filtrare pochi nemici per volta che venivano assaliti da noi più piccoli che senza fatica gli toglievamo la vita. Non c’erano lance, spade o scudi in quella battaglia, non scorreva sangue quella notte, per togliere la vita al nostro nemico bisognava prendere una fettuccia che lui portava, peraltro come noi, alla cintura dietro la schiena, così avevano stabilito gli Dei.

I Persiani erano tanti, credo almeno 5 volte il nostro numero e avevano fra loro dei veri giganti, alcuni eroi provenienti da una città denominata Ostia 1 che si presentavano pelosi e barbuti (una rarità fra le nostre fila) raggiungendo età fino a 18 anni. Erano definiti nautici ed erano accompagnati da un mito di invincibilità da tutti conosciuto.

Quante vite togliemmo quella notte, i più bravi di noi, i nostri eroi tenevano le vite tolte ai persiani fra i denti, esibendo in questo modo il loro valore e incutendo timore agli avversari.

Gli Dei avevano pensato che la nostra resistenza, non avrebbe retto a lungo, troppo forte la disparità numerica e dopo poche cariche attraverso il passo i persiani sarebbero dilagati nel bosco alla ricerca delle altre città greche da depredare della loro bandiera difese da qualche altro centinaio di greci. Era stato stabilito che la guerra sarebbe stata vinta da chi alla fine avesse avuto nelle proprie mani il maggior numero di bandiere di città.

Ma la nostra resistenza fu epica, dopo molte cariche solo piccoli gruppi di persiani erano riusciti a passare, troppo pochi per poter cercare e attaccare le città nascoste nel bosco. Il grosso dei Persiani non riusciva a passare, i greci alle Termopili non cedevano.

Gli dei furono costretti ad intervenire per salvare i loro piani decidendo di far passare i persiani senza più combattere. Le città greche alle Termopili avevano vinto la battaglia, ma la guerra doveva continuare perché anche gli altri greci potessero vivere la loro notte di gloria.

Oggi ho 58 anni e sono uno scout del CNGEI. Sono passati 46 anni da quella notte, da quel San Giorgio regionale degli esploratori Agesci (ASCI al tempo) svoltosi intorno al 1970.

Fabio Camilletti 17 ottobre 2015

 

È stata una delle tante occasioni che mi ha offerto lo scautismo, regalandomi da giovane la possibilità di partecipare da protagonista ad avventure ‘epiche’. Sono stato un pellerossa che ha combattuto contro le giubbe blu e viceversa, un antico romano o mi sono sentito un grande esploratore raggiungendo cime appenniniche come fossero uno degli 8.000 conquistati da Messner. Avventure che sono essenziali ai ragazzi e che lo scautismo ancora propone ai ragazzi di oggi.